Misericordia e Compassione: i bellissimi nomi di Dio.

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Foto di Marisa Iannucci

…ed Egli è il più misericordioso dei misericordiosi. (Corano, XXII: 92)

E non ti inviammo (Muhammad) se non come misericordia per il creato (Corano, XXI:107)

Tra i novantanove bellissimi nomi che Dio attribuisce a se stesso nel Corano, vi sono: ar-Rahim (il Misericordioso), ar-Rahman (il Clemente) as-Salam (La Pace), al-Wadud (l’Affettuoso). Sono nomi che rassicurano e ricordano la protezione infinita che Dio assicura all’uomo, la sua vicinanza amorevole. E’ un Dio che cura e protegge con compassione e che si relaziona con le sue creature con amore e tenerezza: Il vostro Signore Si è imposto la misericordia. Sura VI:vv12 e 54) La formula bismil-lahi ar-Rahmani ar-Rahim (in nome di Dio il Clemente e il Misericordioso) introduce tutte le Sure (capitoli) del Corano. La locuzione (basmala) accompagna il musulmano in tutti gli atti della sua vita. Il credente la pronuncia molte volte nel corso della sua giornata, ricordando costantemente Dio proprio con questi attributi. Dio è il detentore della rahma, la compassione illimitata, parola che in arabo (la lingua della rivelazione coranica) rimanda al ventre materno, all’utero della donna (ar-rahim), che deriva dalla stessa radice, a significare che l’amore della madre è a somiglianza di quello di Dio.
Rivolgendosi al Profeta Egli dice nel Corano “Se poi ti tacciano di menzogna, di’: Il vostro Signore possiede immensa misericordia, …” (Corano,Sura VI: 147).
E se ci chiediamo quanto può essere ampia la Sua misericordia, troviamo la risposta nel versetto che può essere tradotto come: “…la Mia misericordia abbraccia ogni cosa: …”. (Corano,Sura VII: 156).

La misericordia di Dio è tangibile per l’uomo dotato di intelletto, visibile in tutto il creato. Egli è Colui che fa scendere la pioggia, quando già se ne dispera; così diffonde la Sua misericordia. …”. (Sura XLII: 28). Senza l’acqua, la Terra non può sussistere, ma grazie alla Sua misericordia, essa scende, trasportata dal vento: “Considera le tracce della misericordia di Allah,come Egli ridà la vita ad una terra dopo che era morta. Egli è Colui che fa rivivere i morti. Egli è onnipotente.”. (Sura XXX:50).
La misericordia di Dio è evidente anche attraverso l’invio dei Messaggeri, delle Sue Rivelazioni, della Sua legge.
Questo (Il Corano) è un Libro Benedetto che Noi abbiamo fatto scendere, seguitelo allora e siate timorati [di Dio], sicché possiate essere oggetto di misericordia, …”. (Corano, Sura VI:155).

Tra le virtù da perseguire quelle su cui ha più insistito il Corano sono la misericordia, la bontà, la dolcezza e la gentilezza. Sono anche le virtù dei Profeti. Nel Corano parlando a Muhammad della sua missione profetica è scritto:
Non ti inviammo se non come misericordia per il creato.
(Corano Sura XXI:107)
“Ora vi è giunto un Messaggero scelto tra voi; gli è gravosa la pena che soffrite, brama il vostro bene, è dolce e misericordioso verso i credenti”.
(Corano, Sura IX:128)
Dio ha indicato al suo Messaggero il modo di comportarsi verso gli uomini
“E per la Misericordia di Dio, li hai trattati gentilmente. Se tu fossi stato severo e duro di cuore, essi si sarebbero distaccati da te.”
(Corano, Sura III:159)
Lo stesso fu per il Profeta Mosè e suo fratello Aronne (Pace e benedizione su di Loro) in missione presso il Faraone. Questi era un tiranno spietato, ma nonostante ciò Iddio raccomandò ai suoi messaggeri di rivolgersi a lui con dolcezza:
“Andate de Faraone: in verità si è ribellato! Parlategli con dolcezza. Forse ricorderà o temerà Dio”. (Corano, Sura Tā Ĥā, XX: 43-44)
Anche Gesù (Pace e benedizione su di lui) è descritto con queste parole:
30. Egli disse: “In verità io sono il Servo di Dio, il quale mi ha dato il Libro e mi ha fatto Profeta,
31. e m’ha benedetto dovunque io sia e mi ha prescritto la Preghiera e l’Elemosina finché sarò in vita, 32. e m’ha fatto dolce con mia madre, non mi ha fatto violento e scellerato.
33. Sia pace su di me, il dì che nacqui e il dì che muoio, e il dì quando sarò suscitato a Vita”».
La nascita di Gesù è dovuta alla grazia divina. La volontà divina ha inviato l’arcangelo Gabriele come Spirito Santo che ha trasmesso il soffio divino alla Vergine, da cui nacque Gesù Cristo come una prova e un atto di misericordia di Dio. E Noi designammo il figlio di Maria – come pure sua madre – come un segno; e a tutti e due noi demmo asilo presso un luogo tranquillo da cui sgorgava un ruscello d’acqua. (Corano,Sura XIII:50)
E’ nella Sunna (le tradizioni che riportano gli insegnamenti del profeta Muhammad) che troviamo l’esortazione a desiderare“per il proprio fratello ciò che si desidera per se stessi”. Il credente deve comportarsi con dolcezza e compassione, verso il prossimo e verso il creato. Se la compassione e la dolcezza ci sono facili nell’amore per i figli, e per la famiglia, non lo è affatto l’amore per lo straniero, per l’altro che ci è estraneo, a volte anche nemico e molesto. Se la compassione di Dio è infinita e perfetta, non può certamente esserlo quella umana, ma l’Islam richiede al credente questa virtù, anche come obbligo rituale nella zakat, l’elemosina legale obbligatoria, sostegno ai poveri della comunità, che è uno dei cinque pilastri dell’Islam. Ma ogni gesto di carità e gentilezza verso il prossimo più debole (ibn assabil, il figlio della strada, oggi diremmo il profugo, il senzatetto) è un atto di adorazione di Dio.Il Profeta Muhammad ha trasmesso questo hadith: “Dio – sia Egli esaltato- dirà nel Giorno della resurrezione: “O figlio di Adamo, ero malato e non Mi hai visitato!” L’uomo risponderà: “Mio Signore, come avrei potuto visitarti quando Tu sei il Signore dei mondi?” “Non sapevi forse che quel Mio servitore era malato e ciò nonostante non l’hai visitato? Se tu l’avessi visitato, Mi avresti trovato presso di lui. O figlio di Adamo, ti ho chiesto di nutrirmi e tu non l’hai fatto!” “Mio Signore, come avrei potuto nutrirti, quando Tu sei il Signore dei mondi?” “Non sapevi forse che quel Mio servitore ti aveva chiesto di nutrirlo e tu non l’hai fatto? Non sapevi che se tu lo avessi nutrito, avresti trovato (la mia benedizione) presso di Me? O figlio di Adamo, ti ho chiesto da bere e non Mi hai dissetato!” “Come avrei potuto darti da bere, quando Tu sei il Signore dei mondi?” “Quel mio servitore ti ha chiesto da bere e tu non l’hai dissetato. Non sapevi che se lo avessi dissetato, avresti trovato la ricompensa presso di me?”» (Muslim)
Dio è stato clemente con l’uomo fin dall’inizio della sua storia. “Adamo ricevette parole dal suo Signore e Allah accolse il suo [pentimento]. In verità Egli è Colui che accetta il pentimento, il Misericordioso”. (Sura II: 37). Quando Adamo disobbedì, ignorava completamente come esprimere il rimorso; era dispiaciuto, ma non sapeva come pentirsi. Il versetto dice “Adamo ricevette parole dal suo Signore”. Malgrado l’errore di Adamo, Iddio l’Altissimo gli insegnò le giuste parole per ottenere il Suo perdono.Il Corano dice: “Dissero: « O Signor nostro, abbiamo mancato contro noi stessi. Se non ci perdoni e non hai misericordia di noi, saremo certamente tra i perdenti.” (Sura VII:23) Il musulmano è tenuto ad andare verso tutti gli esseri umani serbando in cuore, per tutti, tenerezza e generosità. È tenuto ad aiutare il suo prossimo e ad alleggerire il suo fardello. Al Tabaranî riferisce una tradizione profetica secondo la quale il Profeta Muhammad avrebbe detto: «Non crederete finché non sarete misericordiosi». I Compagni del Messaggero di Dio dissero: «O Messaggero di Dio, noi siamo tutti misericordiosi». Il Profeta riprese allora: «Non intendo la misericordia che ognuno di voi prova naturalmente per il proprio compagno, ma una misericordia che si estende a tutti».
Dio non concede la sua misericordia solo ai credenti, e ai giusti, ma a tutte le sue creature. La tradizione islamica ci narra la storia del profeta Abramo (la pace sia su di lui) che diede ospitalità ad un anziano viandante. Quando il Profeta accese il fuoco per la preparazione del cibo, il vecchio si prostrò davanti alla fiamma. Era un adoratore del fuoco. Abramo (la pace sia su di lui) lo rimproverò, e si è rifiutò di dargli da mangiare, ordinandogli di andarsene via. In quel preciso momento, l’angelo Gabriele (la pace sia su di Lui) scese dal Profeta e gli disse: “Iddio l’Altissimo ti dice: “Non riesci sopportarlo per un’ora, quando Io lo sopporto e lo nutro da sessanta anni?”. Il profeta Abramo (pace sia su di Lui), perciò, rapidamente corse verso il vecchio, e gli chiese di ritornare da lui. Il vecchio gli chiese: “Perché hai cambiato idea?”. Abramo (pace su di lui) rispose: “Perché Iddio l’Altissimo ha rimproverato il mio comportamento nei tuoi confronti”. L’uomo replicò: “Il tuo Signore è molto misericordioso, e merita di essere adorato.”
Anas Ibn Malik riferisce di avere sentito il Messaggero di Dio dire: Iddio l’Altissimo ha detto: “O figlio di Adamo! Fino a quando Mi invochi e confidi in me, Io ti perdono qualsiasi cosa tu abbia fatto e non vi presto attenzione. O figlio di Adamo! Se i tuoi peccati raggiungessero le nuvole del cielo e tu sollecitassi poi il Mio perdono, Io te lo accorderei .O figlio di Adamo! Se ti presentassi davanti a Me con tanti peccati quanti ne può contenere la Terra e M’incontrassi poi senza nulla associare al Mio culto, Io ti accorderei un perdono equivalente».(at-Tirmidhi) Nessun essere umano ha il potere di limitare la misericordia divina e nessuno può erigersi a giudice per condannare i suoi simili in modo definitivo quando le porte del perdono sono invece sempre aperte.
Anche gli animali adorano Dio e sono a lui soggetti, e devono essere oggetto di compassione da parte dell’uomo, che Dio ha posto come vicario sulla terra. Non c’è essere che si muova sulla terra o uccello che voli con le sue ali, che non appartenga ad una comunità. Non abbiamo dimenticato nulla nel Libro. Poi tutti saranno ricondotti verso il loro Signore. (Corano,Sura VI: 38)
Non vedi come Iddio è glorificato da tutti coloro che sono nei cieli e sulla terra e gli uccelli che dispiegano [le ali]? Ciascuno conosce come adorarLo e renderGli gloria. Iddio ben conosce quello che fanno” (Corano, Sura XXIV: 41)
Il Profeta Mohammed raccomandò frequentemente di essere compassionevoli con gli animali. Ibn Mas’ûd riferì: “Durante un viaggio in compagnia del Messaggero di Allah quest’ultimo si allontanò un po’ dall’accampamento. In quel momento, vedemmo un uccello con due uccellini di cui ci impossessammo. L’uccello ci volò intorno finché tornò il Profeta tornò e ci chiese: “Chi ha afflitto questo uccello levandogli i suoi piccoli?”. Poi ci ordinò di rimettere a posto gli uccellini. Dio ci ha concesso di usare piante ed animali su questa Terra per la nostra sussistenza: Allah è Colui Che vi ha dato il bestiame, affinché alcuni animali siano cavalcature e di altri vi cibiate. (Sura LX:79)
Maltrattare le bestie è un grave peccato, danneggiare l’ambiente lo è altrettanto.
Anche nel lavoro le bestie devono essere trattate con dolcezza. AbdAllah Ibn Ja’far riferì che il Profeta entrò un giorno nel recinto di un giovane uomo degli Ansar; vi trovò un cammello che si mise a gemere alla vista del Profeta con le lacrime che gli colavano dagli occhi. Il Profeta si avvicinò e lo accarezzò sulla gobba, e ciò confortò la bestia. Poi chiese chi fosse il suo proprietario. Il giovane si presentò e disse: “Oh Messaggero di Dio questo cammello è mio”. Il Messaggero gli disse allora: “Non temi Dio riguardo a questo cammello, dopo che Egli te l’ha donato? Si è lamentato con me perché tu lo sovraccarichi e lo fai lavorare senza sosta. Non è permesso all’uomo sfruttare la natura danneggiandola né maltrattare gli animali, bensì l’insegnamento è di vivere in armonia con la natura che ci circonda, poiché tutte le creature saranno ricondotte a Dio.
I Compagni del Profeta gli chiesero: “Oh Messaggero di Dio! Vi è anche una ricompensa riguardante le bestie e gli animali selvaggi?”. Il Profeta rispose: “Vi è una ricompensa riguardante ogni creatura con un cuore vivente.”

L’articolo è pubblicato sulla rivista “La scuola domenicale” CEI, giugno 2016


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