Al Khazindarah: chi si ricorda di lei?

da: Sulle donne musulmane. Scritti di Mohammed al-Ghazali as-Saqqa, 2018

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La moschea di  Al-Azhar (Jāmiʿat al-Azhar) del Cairo è uno dei principali centri d’insegnamento religioso e di pensiero giuridico e teologico dell’ Islam sunnita. Le versioni ufficiali più diffuse  ci dicono che  fu fondata dai Fatimidi sciiti nel X secolo.  I testi storici più divulgativi non riportano quindi che la fondatrice di uno dei luoghi del sapere più importanti del mondo musulmano era una donna, colta e molto pia, che investì i suoi averi. Mohammed al-Ghazali as-Saqqa (1917–1996), autorevole teologo musulmano egiziano, è stato studente e poi docente ad al-Azhar e racconta di questa significativa “dimenticanza” nel suo libro Qadaya al mar’a (La questione della donna, Cairo 1980), che ho tradotto  in italiano nel libro “Sulle donne musulmane. Scritti di Mohammed al-Ghazali as-Saqqa, pubblicato da Pozzi editore, 2018.

sulle-donne-musulmaneMolte generazioni di studiosi di Al-Azhar, che si laureano presso questa università alla facoltà di scienze islamiche, sono in debito con una donna pia che ha investito tutta la sua fortuna per amore di Dio. Ha fondato organizzazioni pie e fondazioni (waqf) che hanno generato buone imprese e che continueranno nel tempo, per volontà di Dio. Io sono uno di quelli che ha beneficiato di questa enorme generosità. Ho studiato in questa facoltà più di mezzo secolo fa. Ho imparato da un gruppo di ʿulemāʾ (sapienti islamici) tra i migliori e dai leader del pensiero islamico. Molti, come me, hanno studiato nella stessa facoltà che questa donna, Al-Khazindarah, ha fondato e fatto costruire. Ella ha fatto edificare accanto all’università una grande e bellissima moschea. Ogni anno accademico inizia con un grande evento nella moschea in cui gli studenti ascoltano discorsi sull’importanza della formazione per amore di Dio e non per qualsiasi bene materiale. Vengono ricordati anche i sapienti della conoscenza islamica e la loro lotta per educare le masse e custodire la verità. I corsi vengono avviati con un sentimento di dedizione e di entusiasmo. Ma chi è Al-Khazindarah, colei che ha costruito la nostra università? Qual è il suo vero nome? Nessuno lo sa o lo ricorda…In passato nella società egiziana era diffusa la tradizione che proibiva di menzionare i nomi delle donne, madri o mogli. Non so perché citare il nome di una donna fosse considerata una vergogna. Forse credevano che si trattasse di una «materia privata», come alcuni oggi, incredibilmente, sostengono che sia la voce delle donne. Ma questo è islamico? No di certo. Il Profeta, come ho già detto, salì sulla montagna di Al-Safa e chiamò Safiyah, sua zia, e sua figlia Fatima, con i loro nomi, esortandole a credere in un unico Dio. Non era una vergogna. Tornerò alla storia di Al-Khazindarah. Quando il numero di studenti crebbe, la direzione iniziò a pensare di fondersi con l’orfanotrofio adiacente. In seguito ci si rese conto che dietro all’orfanotrofio c’era un’altra fondazione istituita dalla stessa donna, Al- Khazindarah. Ella aveva destinato i suoi beni al mantenimento degli orfani che vi sarebbero stati ospitati, ma per qualche ragione il progetto non era mai stato completato. Una persona che conosco disse con sarcasmo: «Forse non hanno trovato orfani al Cairo». Ci sono così tanti buoni progetti che vengono sprecati a causa di cattivi manager che non temono Dio: il donatore ha fatto il suo lavoro ma l’amministrazione non è riuscita a svolgere i propri compiti. Ma dato che, come dicono gli arabi, «il disastro di alcune persone è il bene di altre», abbiamo annesso l’orfanotrofio all’università e abbiamo iniziato a usare gli spazi per le nostre classi. Credo che la pia signora sarà ricompensata per l’orfanotrofio perché ha pienamente adempiuto alla sua finalità. Le persone che sono venute meno all’assolvimento dei loro compiti ne renderanno conto a Dio. Ricordo che una volta, mentre facevo lezione in aula, sentii dei rumori che sembravano provenire da lavori di costruzione. Qualcuno mi disse che quello era il nuovo ospedale di Al-Khazindarah.Che grande cuore ha avuto questa donna: ha costruito un’università, favorire il culto, allevare gli orfani e curare i malati. Lei ha investito per sé nell’aldilà. Dice il Corano: «Un Giorno vedrai i credenti e le credenti circondati dalla loro luce: Oggi vi è data la lieta novella dei Giardini nei quali scorrono i ruscelli, dove rimarrete in perpetuo: questo è davvero l’immenso successo» È un fatto certo che vi siano state nella storia islamica molte donne pie come lei. Non hanno accumulato il loro denaro e, in silenzio, hanno compiuto grandi opere. Ci sono tanti nomi di donna nella nostra storia, ma non hanno avuto la possibilità di diventare noti a tutti.


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