Aysha, la religione in una donna.

Aisha era la figlia  Abu Bakr as- Siddiq, uno dei più intimi amici  del Profeta Muhammad, poi califfo. Donna di grande intelligenza e cultura, era un’autorevole giurista e fu un riferimento per tutta la comunità musulmana. Diversi versetti del Corano sono riferiti a lei, che sposò il Profeta giovanissima e gli stette accando fino alla morte. Egli la vide in sogno: Jibril gli portava il ritratto del suo volto avvolto in una seta verde. L’angelo gli disse che avrebbe dovuto sposarla, e che lei  sarebbe stata la sua consorte nella vita e in Paradiso.

La storia dell’Islam è ricca di personaggi femminili che ci danno un’immagine forte delle donne musulmane dell’epoca del Profeta Muhammad. Per contro di questo periodo, spesso idealizzato nell’immaginario musulmano, si esaltano vari aspetti ma raramente nella produzione esegetica classica ci si sofferma sull’emancipazione femminile. Nonostante i muhaddithin[1] abbiano riportato quantità notevoli di fonti su questo tema, la figura della donna musulmana che è scaturita dalla prima comunità strettasi intorno al Profeta è stata sminuita nell’ambito di quella produzione scritta del sapere islamico che è stata conservata (esistevano molte muhaddithāt, cioè donne sapienti del hadīth, di cui riportano le fonti, ma non abbiamo compilazioni scritte) che quindi ha assunto un approccio decisamente maschile. Per questo è importante studiare e rivalutare le fonti che riguardano le donne sapienti e protagoniste della storia islamica. Fin troppo spesso si insiste con enfasi sul generale miglioramento della condizione femminile con l’avvento dell’Islam rispetto all’epoca preislamica, ma la retorica sull’Età d’Oro cristallizza le potenzialità reali dello studio della condizione femminile ai tempi del Profeta in una figura tradizionale e stereotipata (quanto pericolosa) della donna devota, creatura debole e “perla preziosa” da tutelare e custodire. Altrettanto stereotipate nell’immaginario comune e nelle pubblicazioni di divulgazione popolare, le figure storiche dei protagonisti del primo Islam, ovvero i Sahaba e le Sahabiāt , e i cosiddetti Salaf as-salihin, (i Pii antenati, ovvero le prime tre generazioni di musulmani dopo Muhammad), e tra loro le Madri dei Credenti, ovvero le mogli del Profeta, che a ben guardare appaiono spesso figure inconciliabili con la realtà attualmente vissuta dalle donne musulmane in molti paesi.

Le fonti della Sunna e della Sirah riguardo ad Aysha sono numerose e da esse sappiamo che ella era una donna di grandi qualità, aveva una mente brillante e una memoria notevole. Per questo, e perché visse a lungo con il Profeta, trasmise più di duemila  ahadith e la sua conoscenza dei molti rami delle scienze religiose, la sua saggezza nell’interpretazione, la sua padronanza del insegnamenti del Profeta ,la sua affidabilità e integrità – la resero una delle personalità più straordinarie del tempo. Aysha era una giudice ed emetteva sentenze , elaborava opinioni giuridiche per le questioni più delicate. I giudici e i sapienti del tempo si spostavano anche su lunghe distanze per consultarsi con lei. Spesso corresse i Compagni nell’interpretazione del Corano e delle parole del Profeta, dando opinioni giuridiche diverse, che venivano accettate per la sua grande autorevolezza. Era la figlia del fedele e intimo amico del Profeta Abu Bakr Siddiq, che fu anche il suo successore nella guida dei musulmani. Giunse un versetto solo per lei, quando fu accusata di adulterio, dimostrando la sua innocenza.

Le fonti riportano che l’Angelo Gabriele apparve in sogno al Profeta per annunciargli la sua unione con la giovane figlia di Abu Bakr, e che in seguito, durante una rivelazione al Profeta, la salutò personalmente. Aisha fu l’unica donna che sposò Muhammad  al suo primo matrimonio (le altre erano tutte donne  vedove o divorziate). Quando il Profeta morì, lo fece tra le sue braccia e fu sepolto nel suo appartamento, che ora è al centro della moschea di Medina. Molte volte gli angeli accerchiavano il suo appartamento; spesso la rivelazione divina giungeva  a Muhammad quando stavano sdraiati insieme riposando in pace e tranquillità.

Aisha nacque nel 614 d.C. Sua madre era Umm Roman, la quale prima di sposare Abu Bakr Siddiq era  la moglie di  ‘Abdullah Azdi e ebbe un figlio da lui chiamato ‘Abdur-Rahman. Suo padre Abu Bakr è menzionato nel Corano con parole onorevoli; era infatti  un uomo timorato di Dio, il primo e il più fedele sostenitore del Profeta. Lo amava teneramente e fu sepolto accanto a lui nel santuario di Al-Medina.

Entrò  a casa del Profeta molto giovane. Era una casa semplice, senza comodità. Una serie di vani in località di Bani Najjar, intorno alla Moschea del Profeta. Il suo appartamento era sul lato orientale della Moschea, e le fonti raccontano che fosse molto sobrio: una stuoia, un materasso sottile, un cuscino riempito con la corteccia degli alberi, la borsa dell’acqua in pelle, un piattino per datteri e un bicchiere per l’acqua potabile ne erano l’arredamento. Il Profeta voleva essere povero, e amava la vita sobria; non h amai voluto nella sua casa ricchezze e beni in eccesso. Quando ricevevano un dono, lo elargivano ai poveri. Muhammad pregava spesso Dio di farlo vivere e morire in povertà, e di rinascere nel giorno di  Giudizio in compagnia dei poveri e dei bisognosi. Quando era l’intera Arabia fu sotto l’autorità dell’Islam, scorrevano enormi quantità di grano e denaro nel tesoro centrale. Ma il giorno in cui Muhammad morì non c’era cibo per un solo giorno nella sua casa. Aisha  mantenne questa tradizione di generosità  fino ai suoi ultimi giorni. Durante i giorni di prosperità, abbondanti ricchezze arrivavano ogni giorno, ma lei le distribuiva sempre tra i bisognosi, liberandosi di tutto prima che arrivasse la sera. La sua generosità era nota, e anche quella di sua sorella Asma: Abdullah bin Zubair ha raccontato che Aisha  e sua sorella erano entrambe di grande cuore e  che spesero tutto ciò che ricevevano in dono  nel nome di Dio.

Una sera Aisha  ricevette una grande somma da Amir Mu’awiyah ,dalla Siria,  e prima del tramonto la somma era andata in beneficenza. La sua cameriera le ricordò che stava digiunando che avrebbe dovuto tenere qualcosa per se stessa. Fece lo stesso con una grande donazione in denaro di ‘Abdullah bin Zubair .Un giorno Aysha stava digiunando e una mendicante venne nel suo appartamento e le chiese  del cibo. Disse allora  alla sua cameriera di darle il pezzo di pane che avevano. La cameriera rispose che non avevano  nient’altro e chr poteva pensarci lei a mandarla via. Aisha si risentì e le rispose bruscamente che lei avrebbe  aiutato la donna affamata e la sera –al momento di rompere il digiuno- avrebbe pensato a  se stessa e a cosa mangiare. Alla sera qualcuno le mandò un piatto di carne cotta; lei fece notare alla cameriera che Dio  le aveva fornito qualcosa di ancora migliore  di quello che aveva dato via. Amava il figlio di sua sorella, ‘Abdullah bin Zubair , molto profondamente. In un’ occasione egli ha osservato che doveva trattenere la sua generosità, insinuando che fosse eccessiva. Aisha lo seppe e giurò che non avrebbe mai parlato con lui, dicendo che nessuno al mondo poteva impedirle  di spendere per la via di Dio. Quando in seguito  si calmò e fece pace con lui, fece  penitenza per aver infranto il suo giuramento. era una donna modesta e molto  pia, eppure non sfuggì alla diffamazione  e alla calunnia. Il mese di Sha’aban nell’anno quinto  dell’Egira, Muhammad  guidava l’ esercito musulmano verso Qadeed, e ne seguì una piccola battaglia tra loro e un’altra tribù.  L’esercito era accampato sulle rive di un torrente. Aisha era molto giovane e  minuta, ma aveva accompagnato il Profeta in questa spedizione. Sulla via del ritorno quando erano accampati nel deserto, si allontanò dal gruppo per le sue necessità e si accorse che la collana che indossava-appartenente alla sorella Asma- era caduta da qualche parte lungo la strada. Ripercorse i suoi passi per cercarla e la trovò dopo molto tempo, perciò quando raggiunse di nuovo il campo la carovana era già partita, e nessuno si era accorto che lei non si trovava nel trabiccolo sul suo cammello. Aisha rimase in attesa che tornassero a cercarla, e in effetti  Safwan bin Mu’attal-che aveva la responsabilità di controllare il campeggio -all’alba arrivò sul posto e la trovò distesa avvolta nel suo mantello. La fece salire sul cammello, e lui camminava tenendo le briglie. Così raggiunsero il campo nel pomeriggio, e l’incidente diede materia ai maligni per diffamare la ragazza. Capeggiati da  Ubayy bin Salul, in molti diffusero sospetto e pettegolezzi a Medina . Hasan bin Thabit, Hamnah bint Jahash e Mastah bin Athathah si unirono a loro. Il Profeta era disturbato dalla questione, ma Aisha non ne sapeva nulla. Una notte quando uscì con l’anziana madre di Mastah bin  Aththathah, la vecchia signora inciampò e iniziò a maledire suo figlio. Aisha ne fu sorpresa  e protestò  con lei dicendo che era un Compagno  del Profeta che aveva combattuto coraggiosamente nella battaglia di Badr e meritava rispetto. La vecchia signora allora le disse quello che stava accadendo dietro le sue spalle, a cui contribuiva anche suo figlio. Dopo il ritorno a casa, andò a visitare i suoi genitori e confidò loro il suo dolore. Cercarono di consolarla dicendole che quella gente era gelosa della sua posizione  e avevano  deliberatamente tessuto questa trama. Le consigliarono di essere paziente perché tutto si sarebbe chiarito. Dopo due giorni e notti di pianto si ammalò. La terza mattina c’erano i suoi genitori seduti accanto a lei quando il Profeta arrivò  per vederla. Le disse molto gentilmente che se avesse commesso un errore avrebbe dovuto chiedere a Dio il perdono. A questo le sue lacrime si asciugarono e lei chiese alla madre di rispondergli. Ma sua madre rimase silenziosa, addolorata .Quando ha visto che sua madre era senza parole ha fatto appello a suo padre, Abu Bakr perché parlasse con Muhammad ma anche lui non disse niente.  Alla fine parlò con suo marito e gli disse che se lei avesse detto di essere innocente, nessuno le avrebbe creduto; ma lei lo era innocente e solo Dio lo sapeva. La migliore risposta a queste accuse era di citare la risposta del padre di Yusuf, quando i figli gli presentarono la camicia di Yusuf, macchiata di un sangue che non era il suo. Disse Yaqub [Giacobbe]: «I vostri animi vi hanno suggerito un misfatto. Bella pazienza … mi rivolgo a Dio contro quello che raccontate».

Era così turbata che anche se si sforzò molto,  non ricordava il nome di Yaqub ,  il padre di Yusuf. Proprio in quel momento, arrivò al Profeta la rivelazione di un versetto che scagionava Aisha dalle accuse . Quando la rivelazione arrivò  la sua fronte grondava sudore dallo sforzo; poi si rivolse a Aisha con un sorriso e iniziò a recitare il versetto del Corano, “ Invero molti di voi son stati propalatori della calunnia. Non consideratelo un male, al contrario è stato un bene per voi. A ciascuno di essi spetta il peccato di cui si è caricato, ma colui che se ne è assunto la parte maggiore avrà un castigo immenso. Perché, quando ne sentirono [parlare], i credenti e le credenti non pensarono al bene in loro stessi e non dissero: «Questa è una palese calunnia?».Perché non produssero quattro testimoni in proposito? Se non portano i [quattro] testimoni, allora davanti ad Dio sono essi i bugiardi.E se non fosse per la grazia di Dio nei vostri confronti e la Sua misericordia in questa vita e nell’altra, vi avrebbe colpito un castigo immenso per quello che avete propalato,quando con le vostre lingue riportaste e con le vostre bocche diceste cose di cui non avevate conoscenza alcuna. Pensavate che non fosse importante, mentre era enorme davanti ad Dio .Perché quando ne sentiste parlare non diceste: «Perché mai dovremmo parlarne? Gloria a Te [o Signore]! È una calunnia immensa»? Dio vi esorta a non fare mai più una cosa del genere, se siete credenti.Dio vi rende noti i Suoi segni. Dio è sapiente, saggio.In verità coloro che desiderano che si diffonda lo scandalo tra i credenti, avranno un doloroso castigo in questa vita e nell’altra. Dio sa e voi non sapete. Se non fosse per la grazia di Dio su di voi e per la Sua misericordia!In verità Dio è dolce, misericordioso! O voi che credete, non seguite le tracce di Satana. A chi segue le tracce di Satana egli comanda scandalo e disonore. Se non fosse per la grazia di Dio nei vostri confronti e la Sua misericordia, nessuno di voi sarebbe mai puro, ma Dio rende puro chi vuole.”

Aisha era stata onorata con una rivelazione coranica e prosciolta da ogni accusa. I suoi genitori le chiesero di  alzarsi e ringraziare suo marito, ma Aisha rispose che lei  era grata a  Dio  per aver rivelato il Corano in suo onore. E questi versetti sarebbero stati recitati fino al Giorno del Giudizio. Questo episodio è conosciuto nella storia islamica come l’evento di Ufuk. Dopo questo incidente il rispetto e l’amore del Profeta per la giovane moglie Aisha aumentarono.  ‘Amr bin’ Aas una volta chiese a Muhammad chi amava di più in questo mondo, e lui rispose che amava Aisha più di chiunque altro altro. Poi gli chiese chi amasse di più tra gli uomini. E il Profeta rispose che amava suo padre, Abu Bakr Siddiq. In una occasione ‘Umar disse a sua figlia Hafsah di non provare a competere con Aisha, perché Muhammad la rispettava e la valorizzava molto. Una delle ragioni per cui il Profeta la stimava tanto era la sua padronanza e la conoscenza della giurisprudenza  e della fede e la sua brillante interpretazione della legge islamica. Il Profeta amava ascoltare Aisha parlare e cercava di compiacerla in ciò che lei amava: musica, giochi e sport.Spesso solo per divertirsi, si raccontavano a lungo delle storie. Aisha ha raccontato che potevano parlare per ore, ma appena  sentiva il richiamo alla preghiera del muezzin , il Profeta immediatamente si alzava e si preparava ad andare alla moschea. Aisha ha detto che in quel momento sembrava che non conoscesse nemmeno la sua famiglia o i suoi amici; l’amore per Dio aveva la priorità su tutti gli altri affetti e interessi. Si è verificato un altro incidente che ha portato le benedizioni della rivelazione , durante un viaggio in cui Aisha si trovava con il Profeta,  suo padre e molti compagni. Si erano accampati in un posto nel deserto e ancora una volta la collana di  Aisha cadde. Alcuni dei compagni furono mandati a cercarla, ma non la trovarono. Il Profeta stava riposando nella sua tenda, quando ci fu la chiamata alla preghiera del mattino. Ma non c’era acqua per le loro abluzioni. I compagni erano preoccupati per le preghiere del mattino, e dissero che Aisha era responsabile di questa situazione. Abu Bakr Siddiq rimproverò seccamente sua figlia per aver creato quella situazione, che poteva portare a mancare le preghiere del Fajr. In quel momento fu rivelato  il versetto è al Profeta: ” Se siete malati o in viaggio, o se uscite da una latrina, o avete avuto rapporti  (sessuali) e non trovate acqua, fate allora la lustrazione pulverale con terra pulita con cui sfregherete il viso e le mani. In verità Dio è indulgente, perdonatore. “Immediatamente le stesse persone che avevano criticato Aisha e si erano  lamentati di lei, iniziarono a lodarla e a ringraziarla per un così grande favore e facilitazione  che Dio aveva concesso a causa sua. Abu Bakr Siddiq disse che non si era reso conto fino a quel momento, di quanto Dio  fosse vicino a lei, e che quel versetto che sarebbe stato una fonte di benedizioni per i musulmani  fino al giorno del giudizio. Pregò per una lungo e felice vita per lei, poiché era stata fonte di grande facilità e conforto per tutti  seguaci dell’Islam. Si  trovavano in una zona desertica e l’acqua era un bene raro  e prezioso.  Dopo la preghiera, quando i cammelli furono pronti per la partenza, la collana fu ritrovata sotto uno di loro.

Al nono anno dopo l’Hijra, l’Islam  era diffuso  nella maggior parte della penisola arabica. Il centro appena fondato dell’Islam, Al-Medina era diventata una fiorente città-stato. Alcune delle mogli del Profeta erano abituate ad uno stile di vita agiato prima del matrimonio,  e quando videro che c’erano ricchezza ed era possibile avere delle comodità,  presentarono una richiesta di revisione delle loro indennità di mantenimento  e un miglioramento del tenore di vita. Questo desiderio delle sue mogli per i comfort mondani disturbò Muhammad, il quale dichiarò che per un mese si sarebbe separato dalle sue mogli. Andò quindi  a vivere da solo in una stanza  sopra l’appartamento di Aisha. Durante questo periodo stava soffrendo per una caduta da cavallo. Naturalmente questa sua scelta causò trambusto tra le famiglie. Dopo 29 giorni scese nell’appartamento di Aisha, e le disse che poteva fare la sua scelta, dopo  aver consultato i suoi genitori. Lei poteva scegliere lui e una vita di difficoltà e fame , o poteva lasciarlo e condurre una vita di comfort e facilità. Aisha non ebbe alcun dubbio e rispose immediatamente che avrebbe  sacrificato la sua vita per lui se  ve ne fosse stato bisogno. Non era necessario consultare i suoi genitori e lei preferiva vivere con lui alle attrazioni e mondane. E poi Dio rivelò il versetto: O Profeta, di’ alle tue spose: «Se bramate il fasto di questa vita, venite: vi darò modo di goderne e vi darò grazioso congedo. Se invece bramate Dio e il Suo Inviato e la Dimora Ultima, [sappiate] che Dio ha preparato una ricompensa enorme per quelle di voi che fanno il bene».

Dopo avergli detto cosa ne pensava della questione, Aisha molto ingenuamente gli chiese di tenerlo segreto perché voleva vedere cosa avrebbero detto le altre mogli senza essere  influenzate dalla sua decisione. Muhammad le disse, sorridendo, che era stato inviato come maestro e non come dittatore o oppressore . Alla fine, tutte le mogli presero la stessa decisione di Aisha e la  tensione passò.

Aisha aveva una grande autorità e veniva consultata dai Compagni e dalle Compagne sulle questioni più complesse della religione. Più di duemila  tradizioni e ahadith (detti profetici) provengono da lei. Tra i molti Compagni del Profeta, solo sette hanno trasmesso migliaia di ahadith, e sono tutti uomini.  L’Imam Thahbi  scrisse che Aisha era superiore a tutte le altre donne sue contemporanee nella sua conoscenza e saggezza. Era una teologa di altissimo e unica nella sua capacità di  emettere verdetti giuridici e fare esegesi. Era cresciuta nella casa di abu Bakr e poi con il Profeta e assorbito la conoscenza e la saggezza di entrambi; aveva assistito personalmente alla  Profezia e fu  era una testimone oculare dei situazioni e delle domande a cui le divine rivelazioni hanno risposto.Durante il califfato dei cosiddetti Ben guidati   la sua Fatwa  era  accettata unanimemente . Una volta qualcuno chiese a Masruq se Aisha  avesse la padronanza sulle leggi della Sharia riguardo all’eredità. Egli rispose giurando di avere visto personalmente i Compagni più stimati che la interrogavano sulle questioni più complesse delle leggi dell’eredità. Il figlio della sorella Asma, Urwah bin Zubair  la visitava spesso per discutere di questioni religiose con lei, e gli altri compagni lo invidiavano perché poteva sempre avvicinarsi a lei in qualsiasi momento per chiarire i suoi dubbi , poiché era un suo familiare. Quando il Profeta cadde  malato, anche Aisha non stava bene. Il Profeta le disse che se fosse morta prima di lui l’avrebbe lavata personalmente, l’avrebbe avvolta nel telo funebre e l’avrebbe calata nella tomba.  Lei le rispondeva allegramente che sembrava che volesse festeggiare la sua morte; poi gli disse che nel caso fosse morta prima di lui, avrebbe dovuto prendere moglie e  portarla nel suo appartamento. Il Profeta sorrise, ma fu durante questa malattia che morì, tra le braccia di Aisha.

In precedenza lei aveva fatto  un sogno in cui tre lune calavano  nella sua casa. Quando il Profeta  morì, fu sepolto nel suo appartamento. Suo padre le disse che parte del suo sogno diventava realtà quel giorno, in cui  la prima luna aveva irradiato il suo alloggio. Più tardi, suo padre fu sepolto accanto al Profeta,  e dopo Omar al-Faruk. Così, la profezia del suo sogno fu compiuta. Aisha morì nell’anno 58 Hijra (era islamica), il 17 di Ramadan all’età di 66 anni, e fu sepolta nel cimitero di Al-Medina, JannatulBaqi. Abu Hurairah guidò la sua preghiera funebre.

Gli studi su Aisha

La figura di Aisha bint Abu Bakr a molte studiose musulmane è parsa emblematica della posizione rafforzata della donna nel nuovo contesto sociale creatosi con l’Islam, soprattutto a Medina. Dopo la morte del Profeta, i giudici e gli emissari del governo percorrevano lunghe distanze per consultarla su questioni della legge e per emettere sentenze. Si può ben parlare a riguardo di una costante presenza politica, coerente affermazione di un’autorità che la vedova del profeta Muhammad    aveva nella comunità, anche come ‘alima, sapiente, e faqīha, giurisperita. Sul personaggio di ‘Aysha Bint Abu Bakr si concentrano le ricerche di diverse intellettuali musulmane impegnate in una lettura femminile della storia dell’Islam. La sua figura fu fondamentale per l’opera di codificazione della Sunna (tawtiq asSunna). La sua conoscenza delle fonti della legge (Corano e Sunna) era pienamente riconosciuta quando rimase vedova a soli diciotto anni: nonostante la giovane età, i Compagni si rivolgevano per la soluzione di problemi giuridici complessi. Ella aveva la conoscenza delle circostanze di molte rivelazioni coraniche (asbāb annuzūl) e poteva confrontare la coerenza delle tradizioni con il testo coranico. Questo le permise di confutare la veridicità di diverse tradizioni che venivano riportate dagli stessi Sahaba. Era un punto di riferimento per i sapienti dell’epoca che percorrevano lunghe distanze per ascoltare la sua opinione e l’interpretazione dei versetti coranici (tafsīr) e sapienti da ogni parte del mondo inviavano quesiti scritti. ‘Umar chiedeva frequentemente l’aiuto di Aysha per interpretare i casi più complessi e aspetti problematici della Legge. Dopo che la maggior parte dei vecchi Compagni morirono, i più giovani si rivolgevano a lei quando avevano un dubbio su un punto qualsiasi della Legge. Il messaggero di Muʿāwiya correva tra Madina e Damasco per avere le direttive di Aysha su diversi argomenti. Un hadīth riporta che il Profeta Muhammad disse: “prendete metà della vostra religione da quella donna”.  Aisha era considerata una grande muftī del tempo e molti testi di storia attestano la sua eccellenza nella giurisprudenza islamica durante il califfato di Abu Bakr, di ‘Umar e fino alla sua morte. I sapienti del tempo ritenevano che Aisha fosse la donna più dotta nelle scienze religiose (afqahu an-nas) e quella che aveva maggiore erudizione (wa a’lama um ‘ilma). Fu la donna che trasmise il maggior di hadīth (2200 circa). Il contributo di Aisha alle scienze religiose islamiche è stato ampio ed importante. L’immagine che traiamo dagli studi delle studiose femministe su Aisha è fortemente discorde rispetto alla rappresentazione che spesso si dà delle donne al tempo del Profeta Muhammad, e principalmente delle sue mogli, a proposito delle quali spesso si parla di segregazione in merito al più esteso concetto di Hijāb. Oltre ad una vasta letteratura, la Sunna abbonda di ahadīth attestanti un rapporto tra generi in cui non è la segregazione la regola, piuttosto un codice di comportamento islamico che permetteva rapporti quotidiani tra uomo e donna nell’osservanza dell’Adāb (comportamento) islamico insegnato dal Profeta.

Per limitarci ad Aisha sappiamo che riceveva la visita dei sapienti e dei sahaba e emetteva pareri giuridici accettati unanimemente dalla Umma: “Come disse Masruq, uno dei sapienti del tempo: «Giuro per Colui Cui appartiene la mia vita che ho visto moltissimi tra i più venerati e devoti Compagni del Profeta Muhammad, venire presso Aisha per interrogarla sul culto e sulle pratiche religiose e quando dissentivano tra loro in merito a qualcosa, andavano a sottoporla a lei» . Il Sahaba Abu Musa ha riportato che “Per ogni questione che ci sembrava di difficile spiegazione, noi Compagni del Profeta Muhammad   ci recavamo da Aisha, presso cui trovavamo la soluzione»  Lo stesso Profeta Muhammad aveva raccomandato molte volte ai suoi compagni: “Andate a cercare la scienza da questa rossina” .La considerazione di cui godeva le ha consentito l’iniziativa di guerra nel 36 dell’Egira (658 d.C.) in cui si combatté la Battaglia del Cammello (Waqa’at al Jamal), a cui ella partecipò personalmente, appunto in sella a questo animale. Il ruolo politico di Aisha non si esaurisce però nella famosa battaglia; osteggiò apertamente il successore di ‘Ali, il califfo Muhawiyya, quando egli sostituì al principio coranico della Shūra (principio di consultazione) l’ereditarietà del potere dando vita alla prima dinastia Omayyade (661-750); inoltre lo condannò pubblicamente per l’omicidio di Hajar Ibn ‘Adi con la celebre frase “Muhawiyya, non hai temuto Dio assassinando Hajar e i suoi amici?” La deriva dinastica venne denunciata con forza da Aisha come abbandono del sistema politico creato a Medina basato appunto sulla consultazione.

Aisha ed Hafsa, mogli del Profeta e figlie rispettivamente dei due futuri califfi Abu Bakr e ‘Umar, godettero di prestigio e influenza ed i loro padri gli affidarono importanti responsabilità pubbliche. Durante la sua ultima malattia, Abu Bakr assegnò ad Aisha la responsabilità della gestione dei beni e dei fondi pubblici e della distribuzione della sua proprietà tra gli altri figli adulti, maschi e femmine. Alla morte di ‘Umar, la prima copia del Corano, da lui custodita e prima ancora da Abu Bakr Al-Siddiq, venne affidata ad Hafsa (il cosiddetto Mashaf Hafsa). D’altro canto, sappiamo che la rivelazione Coranica, pur nella sua forza dirompente ed innovativa sotto molti aspetti, non può avere comportato la scomparsa totale di aspetti culturali dell’epoca preislamica, la cosiddetta “epoca dell’ignoranza”, ma piuttosto la comunità si sforzò nell’abbandonare usanze e pratiche incompatibili con la religione e accettarne altre seppure con resistenze, come la partecipazione delle donne alla vita comunitaria. In primo luogo dal Corano erano state elevate allo status di credenti al pari degli uomini e ad esse era richiesto lo stesso impegno e assegnate le stesse responsabilità:

 “…In verità non farò andare perduto nulla di quello che fate, uomini o donne che siate, che gli uni sono come gli altri…”

(Corano, III, 195)


 

 

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