All’ombra del Corano, Il commentario di Sayyid qutb

Libro primo: Sura I Al-Fatiha e Sura II Al-Baqarah

Traduzione, introduzione e note di Marisa Iannucci

Sayyid Qutb (1906-1966) è stato un importante ideologo, pensatore egiziano e intellettuale di spicco della Fratellanza Musulmana egiziana negli anni ‘50 e ‘60.
Giustiziato nel 1966, è noto soprattutto per il suo lavoro sulla ridefinizione del ruolo dell’Islam nel cambiamento sociale e politico, in particolare nel suo libro Ma’ālim fi al-Tarīq (Pietre miliari). Le sue opere sono numerose, ma la maggior parte della sua teoria può essere trovata nell’ ampio commento coranico Fi dhilal al Qur’an (All’ombra del Corano), scritto durante gli anni di prigionia, che qui viene proposto al lettore italiano. Il commentario è un’opera molto letta ancora oggi. È un’esegesi moderna, scritta da un intellettuale militante che non era né teologo né giurista, e legge il libro rivelato con un approccio pratico e con gli occhi bene aperti sul suo presente, sulla società che vive e vede. La prefazione a ciascun capitolo è un’introduzione al suo contenuto, che riassume il messaggio principale della sura. Ogni capitolo, inoltre, è suddiviso per argomenti in modo da evidenziare i temi prevalenti. È stato e rimane un documento storico e politico importante, oltre che un’opera di riflessione religiosa. Fu scritto, e in parte rivisto successivamente, nel corso di un periodo di oltre 15 anni, la maggior parte dei quali trascorsi nelle carceri egiziane, negli anni ‘50 e ‘60. In esso sono racchiusi la visione e l’utopia di Sayyid Qutb, il suo vigore intellettuale, l’approccio pragmatico e la sua prosa scorrevole. L’opera -in più volumi-è degna di nota per il suo innovativo metodo interpretativo, che ha contribuito in modo significativo alla visione moderna dei concetti islamici, soprattutto in ambito economico e sociale. Sayyid Qutb è una figura che ha suscitato molte polemiche attorno a sé, e ci sono ancora dispute tra tutti i gruppi che a lui si riferiscono, su chi sia più vicino al suo pensiero, nella modalità che ha scelto. Questo commentario è stato scritto in un periodo storico drammatico e complesso per l’Egitto e per il mondo arabo in generale. Altrettanto drammatico è il contesto personale di Qutb, che lo ha steso durante i duri anni di prigionia nelle prigioni egiziane sotto il regime di Nasser, in cui tanti suoi compagni e compagne di lotta hanno subito come lui, torture e vessazioni e hanno trovato la morte. La situazione palestinese, la dittatura di Nasser e le persecuzioni sono il terreno in cui nasce quest’opera, che presenta una ricchezza e una complessità interpretativa notevole anche per i giorni nostri, se si tiene conto dello sfondo storico in cui nasce. Qutb era un utopista, un rivoluzionario, che desiderava un’applicazione globale dell’Islam, visto come la soluzione a tutti i mali dell’umanità. Seppure il giudizio sul suo autore sia controverso – a causa della complessità e degli sviluppi postumi del suo pensiero- resta opera di riferimento indispensabile per una corretta comprensione del pensiero islamico contemporaneo, e di molti importanti temi trattati nel Corano che vengono letti alla luce del mondo moderno. Certamente, la sua vita e la sua tragica morte lo hanno reso un simbolo contro la tirannia, un eroe della resistenza per alcuni e un estremista violento per altri. Sayyid Qutb era un utopista, desiderava l’impossibile, ed è stato impossibile fermare l’emorragia interpretativa dei suoi scritti.
Traduzione, introduzione e note di Marisa Iannucci.